Music periodicals in Italy / La stampa periodica musicale in Italia

(2005)

 

La stampa ritrovata: duecento anni di periodici musicali, in La divulgazione musicale in Italia oggi, Atti della giornata di studi: Parma, 5-6/11/2004, a cura di Alessandro Rigolli, Parma–Torino, Istituzione Casa della Musica–EDT, 2005 (“Quaderni di Ladimus-Laboratorio per la divulgazione musicale”, 1)

di Marco Capra © 

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La Rivista musicale illustrata.

Giornalismo musicale nella Trieste di fine Ottocento (1999)

(da: Trieste Arte & Cultura, ottobre 1999, p. 15)

 
di Elena Clescovich © 
 

Lo sviluppo del giornalismo teatrale e musicale e la nascita di numerose riviste specializzate in questo campo negli ultimi anni dell'800 va senz'altro interpretata come una diretta conseguenza dell'intensa vita culturale che animò Trieste in quel periodo. Queste riviste non avevano ormai più nulla in comune con la precettistica erudita di inizio secolo e tendevano già a modellarsi sullo schema del quotidiano. Il pubblico cui si rivolgevano era composto sia da musicisti professionisti che da appassionati che seguivano comunque con interesse e assiduità anche le opere più complesse e non disdegnavano gli spettacoli leggeri, come le operette.  
Generalmente questi giornali ebbero vita limitata. Di molti di essi oggi si conservano solo alcuni numeri o, peggio, se ne conosce appena il nome. Sono disponibili tutti i fascicoli, invece, riuniti in un volume custodito presso la Biblioteca Civica di Trieste, della Rivista musicale illustrata, un giornale dedicato allo studio della musica e soprattutto del melodramma. La sue esistenza fu molto breve: si svolse dall'agosto 1893 al settembre 1894. La rivista venne pubblicata con periodicità mensile, che dal 1894 divenne bimestrale. Proprietario ne risulta essere stato Giangiacomo Manzutto (1861-1933), critico musicale che esercitò la professione per quarant'anni su vari giornali triestini. Molti degli articoli contenuti nei numeri della rivista sono firmati dal Manzutto, che probabilmente redasse anche buona parte degli interventi non firmati. Nel numero 1 compare una sua poesia, "Santa Cecilia di Raffaello", corredata da una riproduzione a colori del dipinto. Penna più celebre di Manzutto, Silvio Benco appare spesso nella rivista come autore di recensioni e brevi saggi enfaticamente entusiastici delle opere wagneriane. Ad Antonio Zampieri e Gustavo Wieselberger, musicisti di una certa fama – Wieselberger fu anche inviato della Gazzetta Musicale di Milano – va la paternità di alcuni saggi su Tartini e della rubrica "Bibliografia". La Rivista musicale illustrata si era affacciata nel mondo editoriale con ottimi propositi, almeno a giudicare dalla dichiarazione programmatica espressa sul. frontespizio del numero 1: "L'Arte elevatamente sentita sia il nostro vessillo", che sottolinea la volontà di indipendenza e serietà professionale delle sue recensioni, e quindi la sua natura non commerciale: una scelta di orientamento che però di lì a un anno avrebbe dovuto pagare a caro prezzo. Nel settembre 1894, infatti, le pubblicazioni si interruppero. Sul frontespizio dell'ultimo numero, il 9, compare l'annuncio della cessazione dell'attività dovuta ad "impreviste ed avverse circostanze". E continua con amara ironia: "Ave Caesar, morituri te salutant… Tu regnerai trionfante, Cesare decadente, finché a te si prostreranno masse che ti sorreggono pavide, ingorde non d'altro che di pane e circensi".  
La rivista si presenta con uno schema abbastanza costante nel corso delle pubblicazioni, per quanto riguarda la distribuzione di articoli e rubriche. I singoli numeri si aprono generalmente con alcune pagine dedicate ad un saggio di argomento teorico o storico-musicale, spesso illustrato. I primi tre fascicoli, ad esempio, condividono il saggio di Herbert Spencer, "Origine e funzione della musica", mentre il numero 6 si apre con un intervento di Charles Gounod intitolato "L'allattamento musicale", rivolto alle "giovani madri" e all'istruzione musicale dei loro figli.  
A questi saggi iniziali ne seguono altri più brevi o biografie di musicisti, dal carattere celebrativo, nel caso di artisti viventi, o "in memoriam", se deceduti di recente. Parecchi sono infatti i necrologi che ricordano la vita e l'opera di compositori più o meno noti: Alfredo Catalani, Alessandro Busi, Hans von Bulow, tra i tanti. Nel numero 3 compare un profilo biografico di Ruggero Manna, il cui nome era stato proposto dalla delegazione municipale per l'intestazione di una via cittadina. Interessante pure la narrazione delle alterne vicende di Richard Wagner a Parigi da parte del musicista russo Alessandro Moszkowsky.  
Ricchissime di notizie si presentano le rubriche destinate alla cronaca ("Giro di novità e riprese", "Teatri e Concerti", "A Trieste", "Nel Regno d'Italia", "Teatri d'Europa e d'America"), e talvolta suscitano curiosità le notizie contenute nella rubrica "Varietà". Tra gli eventi più commentati spicca la rappresentazione della Walkiria di Wagner a Parigi, un trionfale successo definito da Manzutto "uno dei più importanti avvenimenti musicali dei nostri giorni".  
 

 

 

 

 

Il Corriere dell'Umbria (1870-1877)

(1998)

di Marika Di Cesare © 

(abstract di tesi di laurea, relatore prof. Bianca Maria Brumana, Università degli studi di Perugia,

Facoltà di Lettere e Filosofia, a. a. 1998-99)

  
 
Il Corriere dell’Umbria viene pubblicato a Perugia dalla tipografia Bartelli a partire dal 1° aprile 1870. È un quotidiano politico, economico e amministrativo; ufficiale per gli atti amministrativi e giudiziari della provincia di Perugia. Vi si pubblicano non solo articoli che trattano di politica, economia, cronaca italiana (in particolare locale) ed estera; ma anche, grazie a una concessione governativa, annunci legali a pagamento, al prezzo di 25 centesimi per riga.  Dopo la salita al potere della Sinistra storica (marzo 1876), tutti i giornali ufficiali vennero soppressi, in quanto ritenuti fiancheggiatori del governo della Destra storica, che ne aveva permesso la nascita e la sopravvivenza con lo scopo dichiarato di appoggiare l’attività governativa. Il Corriere dell’Umbria venne allora trasformato in un giornale di annunci, di formato più piccolo, con qualche mutamento delle rubriche (ottobre 1876). Tuttavia la nuova formula non ebbe successo, tanto che, privo dei sostegni economici governativi, fu costretto a fondersi (aprile 1877) con un altro giornale locale, Il progresso, organo stampa dell’Associazione monarchico-costituzionale. Non è casuale l’unione con un giornale dichiaratamente nostalgico del governo della Destra: infatti il Corriere dell’Umbria era di tendenza liberale-moderata, come testimonia il programma apparso sul primo numero dell’aprile del 1870.  
Il giornale consta di quattro pagine a quattro colonne (non numerate fino all’ottobre del 1876); nella prima pagina si ha di frequente la rassegna della stampa italiana, la rassegna politica, le appendici culturali; nella seconda pagina le notizie dall’Italia e dall’Estero; nella terza la cronaca locale, l’ufficio di stato civile di Perugia, i telegrammi, a volte la borsa di commercio; nella quarta la pubblicità.  
Gran parte degli articoli pubblicati sono spesso ripresi da altre testate giornalistiche; fa eccezione la cronaca locale, sempre curata dalla redazione perugina, che si avvale di articoli originali.  
Proprio nell'ambito della cronaca locale si trovano interessanti notizie di carattere musicale. Si possono leggere avvisi di concerti della banda musicale (militare o cittadina), con il relativo programma (autori e titoli dei brani), nonché il giorno, l’ora e il luogo dell’esibizione.  
Stessa finalità informativa hanno gli avvisi dei "trattenimenti" musicali, anch’essi con relativo programma (autori, titoli dei brani e interpreti), nonché il giorno, l’ora e il luogo d’esibizione.  
Particolare importanza hanno gli avvisi delle rappresentazioni d’opera, in cui, a volte, viene citato l’intero cast coinvolto nell’allestimento. Durante le stagioni deputate a queste rappresentazioni (la stagione autunnale e la stagione del carnevale) addirittura sono frequenti gli avvisi non solo delle repliche delle opere, ma anche delle serate a beneficio dei vari interpreti.  
In cronaca locale si possono trovare anche delle recensioni sia sulle rappresentazioni d’opera, sia sui "trattenimenti" musicali, articoli di rado firmati. Sempre firmate, invece, sono le appendici musicali, collocate in genere nel taglio basso della prima pagina, con seguito sulla seconda, a volte sulla terza, ovvero nello spazio riservato anche alle appendici letterarie. Queste appendici, spesso intitolate “Rassegna musicale”, sono rubriche specializzate in cui si parla di preferenza degli allestimenti d’opera. Sono scritte con linguaggio forbito, a volte tecnico, di stampo classicheggiante, che lascia trasparire la preparazione culturale e musicale degli autori.  
Firme prestigiose sono quelle di Gino Monaldi, e di Gio. Battista Rossi-Scotti, musicografo, cultore dell’opera del perugino Francesco Morlacchi.  
È rilevante la presenza di appendici musicali e di articoli di carattere musicale in cronaca locale (tanto da far somigliare il Corriere a una rivista musicale) in occasione d’un vero e proprio evento musicale: la rappresentazione dell’Aida nell’agosto del 1874, per la riapertura del Teatro Morlacchi. A questo allestimento, infatti, partecipano interpreti di fama internazionale: Maria Waldmann (Amneris), Antonietta Pozzoni (Aida), Salvatore Anastasi (Radames) Gustavo Moriami (Amonastro), Emilio Usiglio (direttore) e il Luigi Mancinelli (sotto direttore). In questa particolare circostanza, le recensioni non solo valutano le capacità degli interpreti, ma alimentano la polemica tra wagneriani e verdiani, testimonianza indubbia della connessione di questo ambiente musicale provinciale con il mondo musicale nazionale e internazionale.