1 Maria Girardi I periodici musicali veneziani nell'Ottocento 2 Tiziana Grande I periodici musicali napoletani nella seconda metà dell’800 3 Consuelo Giglio I periodici di interesse musicale pubblicati a Palermo nel XIX secolo e all’inizio del XX (Nell’ambito della IAML and IASA Joint Annual Conference, tenutasi a Perugia nel settembre 1996, sono stati presentati quattro interventi sui periodici musicali italiani, i cui abstracts vengono qui pubblicati per gentile concessione degli autori e della IAML Italia. Gli Atti del Convegno sono in corso di pubblicazione per iniziativa della IAML Italia)
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I periodici musicali
veneziani nell’Ottocento (1996) di Maria Girardi © In ordine di tempo, sulla falsariga del fortunato "La donna galante ed erudita. Giornale dedicato al bel sesso" (1786-1788), nel 1826 nasceva il "Teatro La Fenice. Almanacco Galante dedicato alle Dame", una pubblicazione annuale che, per un quindicennio, offrirà una serie di medaglioni biografici dei più celebri artisti esibitisi alla Fenice e una puntuale rassegna degli spettacoli di quel teatro. Promosso dall’editore Giuseppe Orlandelli, l’Almanacco, redatto da una diligente penna anonima, avrebbe poi accolto tra il 1839 e il 1840 una prima messa a punto della storia del Teatro La Fenice, dalla sua edificazione al 1838, estesa da Giovanni Casoni. Qualche anno più tardi presso l’editore e tipografo Paolo Lampato, il 6 luglio 1833 iniziava la pubblicazione de "Il Gondoliere, giornale di amena conversazione", uno tra i più validi periodici veneziani, soprattutto per gli argomenti musicali e operistici trattati. Esso si confermava come la continuazione migliorata di un altro giornale, "La moda" (1832-1845), avviato sempre dal Lampato. "Il Gondoliere" beneficiò della figura del dotto letterato Luigi Arminio Carrer che lo diresse dal 1834, intensificando soprattutto la rubrica dedicata agli spettacoli. Il periodico, che vide avvicendarsi tra i suoi compilatori il Carrer, Giorgio Podestà, Pietro Cecchetti, Giuseppe Vollo, Federico Vulten e Giovanni Peruzzini, durante i suoi quattordici anni di vita (le pubblicazioni cessarono il 16 febbraio 1848) accolse recensioni di spettacoli di grande risonanza, racconti musical-anedottici e articoli sulla letteratura musicale contemporanea redatti in forma accessibile a tutti. Ma, seppure di breve durata, il giornale che meglio a Venezia indirizzò i suoi sforzi verso la promozione e la diffusione di argomenti e recensioni teatrali si rivelò "L’Apatista, giornale di teatri e varietà" (1834-1837), edito da Federico Lampato. Il settimanale, privo di illustrazioni o di allegati musicali, pubblicava avvisi e recensioni di spettacoli veneziani, stralci desunti da diversi giornali su spettacoli andati in scena in altre città, accanto a rubriche di informazione varia, aneddoti e recensioni librarie. Simile a "Il Gondoliere", sia per formato che per contenuti, era anche "Il Vaglio, antologia della letteratura periodica" (1836-1852): tra i suoi compilatori figuravano Tommaso Locatelli, Giorgio Podestà, Francesco Gamba, Angelo Thorner, Arrigo Bocchi e, sporadicamente, nomi prestigiosi come quello di Felice Romani. Altro periodico esemplato sul modello dei precedenti fu "La Cicala, giornale di teatri, mode e qualche altra cosa", avviato nel 1838 ma cessato dopo soli 22 numeri, a cui collaborarono Pietro Tonassi e Pasquale Negri. Vita ancor più effimera ebbe invece l’unico periodico comprendente un’antologia di brani musicali: "Euterpe Veneta. Diario Musicale di Componimenti Vocali e Strumentali lavorati da chiari compositori compilato dal Maestro Sig.r Antonio Buzzolla coll’appendice di alcuni cenni sopra la musica e le sue novità". I cinque fascicoli complessivi, stampati dalla litografia Barozzi nel 1839 per conto dell’editore F. Offacio, contenevano ariette di autori minori e curiosità, canzonette e altri brani ridotti per pianoforte dello stesso Buzzolla, oltre ad articoli su argomenti o a carattere culturale o informativo sulle novità teatrali veneziane. La rivista, in considerazione anche della allora scarsa divulgazione a Venezia di lavori prodotti da musicisti locali, si prefiggeva di donare agli amatori di musica un interessante florilegio di composizioni salottiere. Di scarso rilievo furono i periodici promossi negli anni successivi, assai poco generosi nel fornire recensioni musicali e teatrali: "La Fenice, enciclopedia contemporanea di scienze lettere ed arti" (1843); "L’Omnibus, letture popolari di storia, letteratura, curiosità, arti e mestieri" (1846-1848); "Il Pescatore, giornale di scienze, lettere, arti, amenità, mode e teatri" (1846-1848); l’"Emporeo Artistico-Letterario, ossia raccolta di amene lettere, novità, aneddoti e cognizioni utili in generale con disegni intercalati al testo" (1846-1847). Al contrario meno superficiali si rivelarono gli articoli apparsi su "L’Annunciatore, giornale di interesse comune" e "I Fiori, giornale pei giovanetti, pegli adulti. Varietà, belle arti, teatri, mode ecc.". Il primo, fondato da Luigi Plet (importante figura di letterato e musicista attivo a Venezia dopo il 1830, noto per aver stampato il trattatello Sopra la vocale lettura della musica e sopra l’arte del canto e per aver promosso nel 1854 un Istituto Musicale), nei due soli anni di vita (1850-1851), pubblicò considerevoli articoli sull’arte del canto, precise cronache teatrali e succosi medaglioni artistici su Gaspare Spontini e Antonio Buzzolla. Il secondo, nato con buoni intenti, come dimostrano le non poche recensioni teatrali e i restanti articoli di carattere musicale, cessava le pubblicazioni alla fine del 1853, dopo soli nove mesi di attività. Per esemplarità e acume si segnalano invece i 16 volumi messi insieme da Tommaso Locatelli e poi dallo Zaiotti, con il titolo L’Appendice alla Gazzetta di Venezia. Prose scelte di Tommaso Locatelli, contenenti una silloge di articoli comparsi tra il 1828 e il 1867 che documenta in maniera inequivocabile ed eloquente le attività musicali e teatrali della città lagunare.
Nella seconda metà del secolo iniziative analoghe a quelle elencate subirono
però una drastica flessione, a eccezione di sporadici esempi costituiti da
tre periodici: "Veglie Veneziane, periodico di letteratura e arte"
(1877); "Rivista Mondana Letteraria-Artistica" (1894); e infine
"La Scuola Veneta di Musica Sacra. Rivista liturgica musicale"
(1892-1895), fondata e diretta da Giovanni Tebaldini, uno dei promotori del
movimento ceciliano, all’epoca vicemaestro della Cappella di S. Marco.
L’intento era quello di fornire ai lettori e ai cultori di musica sacra
articoli pertinenti redatti da Tebaldini stesso e da Luigi Bottazzo, spesso
affiancati da dispense separate contenenti brani (da Zarlino a Perosi) di
autori trattati nel corso degli articoli. I periodici musicali
napoletani nella seconda metà dell’800
(1996) di Tiziana Grande © Restando ai periodici musicali e di interesse musicale, la loro diffusione fu legata agli eventi politici dell’epoca. Se il decennio 1850-1860 fu caratterizzato dalla nascita di un grande numero di periodici che si occupavano di musica e arte in genere, poiché essi non dovevano sottostare alla censura imposta dalla represione dei moti del 1848, gli anni dell’unità nazionale, invece, furono caratterizzati da un’ondata di giornalismo politico. Durante gli anni ‘70, al contrario, per il calo progressivo della tensione politica, iniziò di nuovo a svilupparsi una stampa più "piacevole" e gli argomenti letterari, teatrali e musicali presero decisamente il sopravvento su quelli storici, politici e sociali. La "Gazzetta musicale di Napoli", pubblicata tra il 1852 e il 1868 da Girard, il più importante editore musicale a Napoli di quegli anni, può essere considerato il punto di partenza per un discorso sui periodici musicali napoletani. Essendo il primo periodico musicale in senso stretto, per struttura e taglio, la "Gazzetta" rimase per lungo tempo uno dei rari esempi, per Napoli, di pubblicazioni che potevano vantare una solida situazione economica, grazie alla quale potè sopravvivere alla smisurata quantità di periodici pubblicati da associazioni di amatori e di musicisti. I suoi scopi furono soprattutto commerciali, ma con importanti effetti in campo culturale e artistico. Proprietario ed editore fu Teodoro Cottrau, titolare della casa editrice Girard (ora Stabilimento Musicale Partenopeo), principale artefice del successo del periodico. Con l’unità d’Italia, la proliferazione di un gran numero di associazioni musicali condizionò la stampa periodica, sia indirettamente sia direttamente con la pubblicazione di propri giornali. Tra questi, il "Monitore del Circolo Bonamici", pubblicato dal 1865 al ’67, fu l’organo della più importante associazione sorta a Napoli in quegli anni, la quale, oltre a organizzare concerti, conferenze e concorsi, allestì una biblioteca musicale per i soci e, soprattutto, organizzò nel 1864 il Primo Congresso Musicale Italiano. Nel
luglio 1868, come ideale continuazione della "Gazzetta musicale di
Napoli", fu fondato da Luigi Mazzone il periodico "Napoli
musicale". In realtà assai diverso dalla "Gazzetta", il nuovo
giornale si indirizzava a un pubblico più ristretto - come testimonia il
successo riscosso negli ambienti legati al Conservatorio - rispondendo in
questo modo all’impellente richiesta di specializzazione che il grande
successo della stampa quotidiana imponeva alle pubblicazioni "di
settore". Gli spazi dedicati alla critica musicale in senso moderno
erano monopolizzati dalla stampa quotidiana, verso la quale si indirizzavano
gli interessi del pubblico degli appassionati; e per gli specialisti
nascevano periodici ad hoc, come "La Musica" (1876-83) di
Michele Ruta e l’"Archivio musicale" (1882-84) di Beniamino Cesi.
Quest’ultimo, in particolare, fu artefice della prima pubblicazione periodica
musicale italiana che nascesse con l’ambizione di essere non un giornale,
bensì una rivista come oggi la intendiamo: la prima rivista
musicologica italiana.
L’appartenenza dei periodici palermitani a un circuito omogeneo trova del resto conferma, da un esame della loro linea evolutiva, nelle non poche analogie riscontrabili con la più rappresentativa realtà giornalistica milanese. A Palermo come a Milano, infatti, agli inizi dell’Ottocento le notizie sulla musica si limitavano alle brevi e generiche informazioni fornite dai giornali politici; mentre più di rado i periodici culturali pubblicavano articoli d’argomento musicale. I primi periodici "politico-letterari", "istruttivo-dilettevoli" e "di moda, varietà e teatri" contenenti nutrite rubriche d’argomento musicale - come "Il Passatempo per le dame" o "Il Vapore" - si diffusero a Palermo negli anni Trenta, parallelamente all’affermazione di analoghi giornali milanesi come "La Moda" o "Il Pirata". Nel decennio che seguì i fatti del 1848, molti periodici di belle arti, letteratura, teatro e varietà ("La Lira", "Rigoletto", "Buongusto", "L’Ingenuo", e così via) per adeguarsi alle nuove esigenze del pubblico, iniziarono a fare della musica il principale argomento, allineandosi così, seppure con ritardo, a una realtà più dinamica come quella lombarda. Ancora più tardi, negli anni immediatamente successivi al 1860, uscirono a Palermo alcuni periodici dedicati interamente al teatro, come il "Corriere dei teatri" e "Il Corriere teatrale". Queste testate, tuttavia, non condivisero la fortuna di altri fogli, soprattutto politici, nati nell’ambito del potenziamento post-unitario della stampa periodica cittadina. La loro fine precoce fu dovuta prevalentemente alla brevità delle stagioni d’opera e alla scarsità di agenzie teatrali. La nascita di periodici dedicati interamente alla musica fu ostacolata in primo luogo dall’assenza di importanti editori musicali che potessero sostenerne la pubblicazione, come avveniva (o era avvenuto) a Milano, Napoli e Firenze. Solo nel 1894 un editore, Luigi Sandron, iniziò a pubblicare la "Sicilia musicale" (1894-1910). La "Gazzetta musicale di Palermo" (1874-76) e "La Musica" (1886), così come sarebbe stato per "L’Arte musicale" (1898), nacquero invece da iniziative individuali di musicisti legati al Conservatorio. Se questi periodici ebbero vita breve, sempre sul finire del secolo uscirono altre pubblicazioni - alcune prestigiose come "Psiche" - di argomento più vario e ben più durature, che concedettero ampio spazio alla musica intesa come aspetto essenziale dell’intensa vita mondana della belle epoque, rappresentando quindi fonti documentarie più ricche e regolari rispetto alle testate specializzate. Con queste riviste, spesso caratterizzate da un’elegante veste grafica e da preziose illustrazioni, Palermo pertecipò al nuovo gusto italiano per il periodico illustrato, sull’esempio dell’"Illustrazione italiana" e della "Scena illustrata". Nei primi anni del Novecento, la città si allineò poi alla realtà nazionale con la proliferazione di giornali di pubblicità teatrale, emanazione di agenzie del settore, mentre occasionalmente uscirono riviste specializzate di impostazione più rigorosa. In
conclusione, si può affermare che, fra i periodici di interesse musicale
stampati a Palermo nel XIX secolo, i periodici miscellanei furono più diffusi
di quelli specializzati, i quali ultimi apparvero solo nei decenni
post-unitari mantendosi nei limiti del giornalismo amatoriale e godendo
quindi di incerta fortuna. Senz’altro difficile fu l’affermazione del
giornalismo musicale "imprenditoriale", un modello rappresentato in
parte dalla "Sicilia musicale" e più compiutamente dalla novecentesca
"Rassegna d’Arte e Teatri" (1922-1936), per il suo elevato livello
editoriale e la sua ampia diffusione. |